Fiorenzo Tomea

Zoppè di Cadore, 1910 – Milano, 1960

Artist's biography

Fiorenzo Tomea, artista italiano del Novecento è nato il 7 febbraio 1910 a Zoppè di Cadore, ultimo di dieci figli. La sua infanzia è segnata dalla povertà e dalla morte del padre nel 1920, evento che lo costringe a trasferirsi a Milano con il fratello Giovanni, dove esercita vari mestieri, da un’osteria a un circo, fino a diventare venditore ambulante.

La sua carriera artistica prende slancio nel 1926, quando si trasferisce a Verona e inizia a frequentare i corsi serali dell’Accademia Cignaroli. Qui, entra in contatto con altri giovani artisti, tra cui Sandro Bini, Renato Birolli e Giacomo Manzù. Nel 1931, viene chiamato alle armi e presta servizio militare a Firenze, ma è nel 1934 che Tomea vive un'importante esperienza a Parigi, dove, insieme al suo amico Aligi Sassu, ha l'opportunità di studiare dal vivo opere di artisti come Cézanne e Van Gogh. Questo soggiorno lo porta a incontrare figure chiave del panorama artistico italiano, tra cui Gino Severini e Giorgio de Chirico.

Rientrato in Italia, Tomea si stabilisce definitivamente a Milano, dove partecipa alla prima mostra del gruppo “Corrente”, fondato da Ernesto Treccani. Negli anni Cinquanta, il suo talento viene riconosciuto a livello nazionale, culminando con una mostra personale alla Biennale di Venezia nel 1956. In questo periodo, diventa anche sindaco di Zoppè di Cadore, carica che manterrà fino alla morte nel 1960.

L’opera di Tomea è caratterizzata da una profonda riflessione sulla condizione umana, espressa attraverso una varietà di soggetti, tra cui scheletri, candele, maschere, nature morte e paesaggi. I suoi colori, con il passare degli anni, si fanno sempre più chiari, rivelando una serenità interiore acquisita, mentre il suo stile evolve verso una semplificazione compositiva. L’artista riesce a infondere un significato poetico in elementi quotidiani, come una candela spenta, che diventa simbolo della fragilità e della transitorietà della vita.

La sua arte, fluttuante tra serenità e tragicità, riflette l'influenza dell'esperienza bellica della Seconda Guerra Mondiale, trasformandosi in una ricerca di un primordiale poetico che esclude sentimenti tortuosi per abbracciare affetti più modesti e sereni. Negli ultimi anni, la sua attenzione si concentra anche sulla tematica religiosa, evidenziando un profondo legame con il sacro e il quotidiano.

Fiorenzo Tomea ci lascia un’eredità artistica che continua a parlare della complessità dell'esperienza umana, attraverso una pittura che celebra la vita in tutte le sue sfumature, dalla bellezza all’introspezione, dalla serenità alla tragedia, in un viaggio estetico che rimane sospeso nel tempo.