Afro

Udine, 1912 – Zurigo, 1976

Artist's biography

Afro Libio Basaldella, nato a Udine il 4 marzo 1912 e scomparso a Zurigo il 24 luglio 1976, è stato uno dei più importanti pittori italiani del secondo dopoguerra, con un ruolo centrale nell'Arte informale italiana. Cresciuto in una famiglia dedita alle arti, con il padre pittore e gli zii orafi e scultori, Afro iniziò giovanissimo il suo percorso artistico insieme ai fratelli Mirko e Dino.

Dopo la morte del padre, Afro proseguì i suoi studi a Firenze e a Venezia. Grazie a una borsa di studio della Fondazione Marangoni, Afro si recò a Roma, dove entrò in contatto con Scipione, Mario Mafai e Corrado Cagli, esponenti di rilievo della Scuola Romana.

Nel 1932, Afro trascorse un periodo a Milano frequentando il fratello Mirko e lo studio di Arturo Martini, partecipando l'anno seguente a una mostra alla Galleria Il Milione. Tuttavia, fu negli anni '50 che la sua carriera prese una svolta decisiva. Nel 1950, Afro si recò negli Stati Uniti, dove iniziò una collaborazione ventennale con la Catherine Viviano Gallery. L'esperienza americana, arricchita dai movimenti artistici dell'epoca, influenzò profondamente il suo stile, che evolse in una direzione sempre più personale.

Nel 1952, Afro aderì al Gruppo degli Otto e partecipò alla XXVI Biennale di Venezia, dove ricevette l'attenzione critica di Lionello Venturi. Il critico sottolineò la sua abilità tecnica, l'eleganza naturale e la passione per il lavoro. Nel 1955, Afro fu presente alla prima edizione di Documenta a Kassel, consolidando il suo ruolo di primo piano nell'arte astratta e informale italiana.

La pittura di Afro, dai primi schizzi influenzati dal Cubismo francese, si trasformò progressivamente verso un linguaggio astratto, dove il colore e il segno diventavano protagonisti. Il suo obiettivo, dichiarato, era di rendere la pittura "la realtà stessa del sentimento e non la sua rappresentazione". Negli anni Sessanta, la sua pittura divenne più gestuale, caratterizzata da pennellate spesse e decise, con una composizione più complessa e oscura, dove il nero riacquistava un ruolo centrale.

Nonostante l'evoluzione del suo stile, Afro rimase sempre fedele alla ricerca della propria verità interiore, celebrando la libertà del colore e la pittura come espressione di memoria e sentimento, come appreso da Arshile Gorky, suo grande maestro. Con una carriera che attraversò i decenni e i continenti, Afro Basaldella ha lasciato un segno indelebile nell'arte italiana e internazionale, rimanendo una figura emblematica del passaggio dal figurativo all'astrazione lirica e gestuale.