Ernesto Treccani

Artist's biography

Ernesto Treccani è nato a Milano nel 1920 dove è morto nel 2009. Quando ha vent’anni dipinge l’Autoritratto giallo in collezione Iannaccone e quasi certamente si tratta della sua primissima esperienza come pittore, dal momento che iniziò a dipingere solo in seguito alla chiusura forzata della rivista fondata appena due anni prima grazie al finanziamento del padre dal titolo “Corrente”. La giovane età dell’artista traspare in maniera evidente, non solo dai lineamenti, ancora adolescenziali, ma soprattutto da quello sguardo intenso e timido allo stesso tempo. Bastano pochi dettagli a Treccani per raccontarsi: la camicia, scomposta e appena abbozzata, la bocca semiaperta, quel ricciolo spettinato che invade la fronte, e gli occhi, riflessivi ma non preoccupati. Anche lo sfondo è privo di dettagli, e manca di qualsiasi suggerimento contestuale. E’ di questo periodo anche il Ritratto di Beniamino Joppolo, in questo caso Treccani si concentra sui grandi occhi e sulla riflessiva piega delle labbra. “Egli ben comprende che per capire una figura bisogna capire come vive questo essere umano, quali sono le cose e gli interessi che lo muovono”, scrisse Raffaele De Grada. Per questo motivo l’artista cerca di restituirne i pensieri, la psicologia, tralasciando le indicazioni di contesto per focalizzare la propria attenzione sul volto. Dal punto di vista pittorico Treccani dimostra di aver abbandonato, a distanza di un solo anno dall’Autoritratto, le reminiscenze vangoghiane degli esordi, preferendo una pennellata meno virgolettata e un uso plastico e compatto della stesura. Questi sono anche anni in cui si respira fra tra i pittori di Corrente una sottile aria di cambiamento. La motivazione lirica e neoromantica degli esordi rimane, ma mutano alcuni punti di riferimento stilistici, “tanto è vero che prima si parlava solo di Van Gogh e dopo soprattutto di Picasso”, commentò lo stesso Treccani. I dipinti si popolano di immagini simboliche per mezzo delle quali raccontare ciò che con la chiusura della rivista era ormai impossibile esprimere. “Tale emblematismo era dovuto in parte ai nostri residui di ermetismo e in parte all’impossibilità di esprimersi chiaramente nella condizione politica in cui eravamo”. In tal senso è significativo che un dipinto col medesimo soggetto, i Colombi uccisi di una poesia di Federico Garcia Lorca, venga realizzato contemporaneamente da Treccani e Cassinari. Questa coppia di colombi, privi di vita, diviene quindi emblema dell’innocenza tradita e racconta di omicidi politici e del clima di violenza gratuita diffusosi col regime e con il conflitto.