Roberto de Pinto è nato nel 1996 a Terlizzi, in provincia di Bari, e ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove si è laureato in Pittura nel 2021. Le opere di de Pinto sono riconoscibili per l’assidua presenza di figure maschili evocative, una sorta di alter-ego dell’artista, ispirate ad una cultura mediterranea senza tempo. Questi soggetti, ambientati in spazi a volte indefiniti, altre volte naturali, esprimono una sensualità tangibile, evocando al contempo la pittura antica, in particolare quella della tradizione vascolare greca, che De Pinto reinterpreta con uno sguardo contemporaneo, attraverso una pittura fatta di giochi di luce e ombre, pose sensuali, riflessive, ed esperienze personali. Nel dipinto La pennica pomeridiana (2022) i corpi sono distribuiti in uno spazio invitante, patinato da un’energia flebile, come uno spleen contemporaneo che riflette su una scena di un pomeriggio qualunque, fatto di intime e lente attività scandite da leggere foglie che riflettono ombre sullo sfondo. Recuperando tecniche tradizionali, de Pinto utilizza l'encausto: combinando cera e pigmento crea effetti visivi di grande profondità e materialità, che ricordano le antiche pitture del Fayum. Il suo linguaggio si distingue per un'attenzione particolare alla materia e per la capacità di evocare sensazioni tattili e olfattive, attraverso opere che non solo raccontano del legame con la sua terra d’origine ma esplorano anche la dimensione erotica e sensuale del corpo: dettagli come il pelo e le texture della pelle sono al centro della sua ricerca, diventando strumenti per indagare la proiezione di desideri viscerali. Fanno parte della Collezione anche Aneto (2023), Crisantemi giapponesi (2023), Io che ti guardo nascosto e commosso (2024), La condensa (2024), e poi Verrà o non verrà (2024) e il suo omonimo disegno.