Patrizio Di Massimo

Jesi, 1983

Artist's biography

Ci accoglie un teatrino fantastico, veniamo trasportati in una messa in scena, quasi un’opera lirica, architettonica e surreale. Patrizio Di Massimo rompe gli schemi unendo l’irreale con il reale. La sua ricerca si rivolge alla storia attraverso un filo costante, il momento di coesistenza tra diverse temporalità. Il passato che incrocia il presente. Una presa di coscienza che lo porta ad eliminare la storicità dalle situazioni, usando l’ironia, per separare la realtà dalla verità. Non si tratta di passato, presente e futuro, quanto piuttosto della possibile fusione tra l’oggi ed una precisa circostanza storico-artistica manifestata attraverso un gioco linguistico. L’ideologia fa spazio alla mitologia.

I riferimenti stilistici non possono essere tralasciati: Grosz e Dix, Carrà e De Chirico, Savinio e Casorati. Oltre alla costante della pittura, la pratica e il linguaggio di Patrizio Di Massimo spaziano e incorporano altre forme espressive come la performance e video arte.

I personaggi sono congelati in una teatralità solenne e allo stesso tempo esprimono i loro desideri. Umiliazioni, giochi di ruolo, sensuali e di potere, travestimenti e trastulli. La realtà domestica è spesso presente con tende, nappe gigantesche, cuscini impilati. I suoi soggetti acquistano corpo, spessore, volume, presenza e storia, come nei lavori “Shhhhh” e “The Lion Tamer” presenti in Collezione. Gli incarnati restano pallidi, quasi cadaverici con velature forzate di rosa sulle gote. Maschere spesso dai tratti ispessiti, corpi turgidi, nasi preminenti e occhi stralunati o sognanti. I seni come le natiche non rispondono alle leggi di gravità e guardano in alto. C’è un astensione dal tempo e dallo spazio definito da pochi emblematici elementi. Mistero, commozione e fragilità.