Kiki Smith è nata a Norimberga nel 1954 e ha studiato alla Columbia High School e poi alla Hartford Art School, in Connecticut. Figlia dell’artista Tony Smith, è cresciuta a stretto contatto con la pratica scultorea, concentrando la sua indagine sull’essenza del corpo umano, sul significato dell’abitare il mondo e sé stessi. Tra gli anni ‘80 e ’90, l’artista ha raccontato la condizione umana, attraverso un’analisi di figure iconiche e simboliche come la Vergine, Eva, Maria Maddalena, Lilith, in connessione con la natura e il cosmo, innestando e avvicinando ai loro corpi presenze animali quali uccelli, lupi e capre. Questo intreccio rappresenta una delle conquiste più rilevanti nella poetica di Kiki Smith, che indaga così il rapporto secolare tra la figura della donna e il mondo animale, attraverso un capillare studio dei racconti popolari, della letteratura vittoriana e delle tradizioni religiose. A rappresentare la sua poetica nell’esposizione a Palazzo Reale, sono esibiti diversi lavori dell’artista, tra cui una carta nepalese dalle notevoli dimensioni, dal titolo Forest (2006), assieme ad altre sculture iconiche come Eve (2001), Ophelia (2002), Tied to her nature (2002), Marie Therese (2003), Woman with wolf (2003), Sitting and thinking (2005) e l’imponente opera The Guardians (2005).