Kiki Smith

Artist's biography

Kiki Smith è nata Norimberga in Germania nel 1954 e oggi vive e lavora a New York. Figlia dello scultore Tony Smith si focalizza sulla rappresentazione del corpo umano, declinandolo in modi molto diversi nel corso del tempo e così facendo modificando e rinnovando continuamente la sua produzione artistica.“Io passo almeno il 50 per cento del mio tempo immersa nella vita domestica, lavoro a casa tutto il giorno. Non cucino molto ma sono interessata alla «domesticità», che ha a che fare con una storia sociale incredibilmente affascinante. Piuttosto che guardare - come è avvenuto con il femminismo - alla politica che esce dalla cucina, io ho voluto procedere all'esatto contrario e ho fatto «entrare» là dentro la politica.” Se tra il 1980 e il 1990 esamina la condizione dell’essere umano tramite la metafora del corpo e realizza numerose opere che la rappresentano, il suo lavoro subisce un notevole cambiamento nella metà degli anni ’90. Infatti, seppur sempre interessandosi al corpo umano come soggetto principale della sua produzione, l’attenzione si sposta da una puntuale analisi dei “particolari” organi del corpo a una ricerca più ampia volta a rappresentare delle icone ben conosciute, come ad esempio Eva, la Vergine Maria, Maria Maddalena e Lilith (prima moglie di Abramo secondo gli antichi ebrei). Sempre nel corso degli anni ’90 l’artista introduce nelle sue composizioni nuovi elementi riconducibili al mondo naturale ed il cosmo. Crea, dunque, delle istallazioni ambigue in cui la figura umana viene rappresentata intrinsecamente connessa ad uccelli, altri tipi di animali ed al paesaggio. L’artista “attratta dalla varietà, curiosa di sperimentare il più possibile. Faccio disegni, stampe, sculture, video, foto e arazzi”, non smette di rinnovare la sua produzione neanche nel corso di quest’ultimo decennio, periodo in cui non si interessa soltanto alla relazione esistente tra le figure femminili e gli animali e introduce nuovi elementi facenti riferimento ai personaggi delle favole, alla letteratura Vittoriana ed ai racconti della tradizione religiosa. Tutti questi personaggi e racconti vengono però modificati e reinterpretati dall’artista in modo da potere esprimere il suo punto di vista da femminista convinta e la sua personale visione del mondo. I soggetti delle sue sculture si evolvono nel tempo, si può dire lo stesso delle loro dimensioni. L’artista infatti ha notevolmente ridotto le dimensioni delle sue sculture con un obiettivo ben preciso: non affascinare lo spettatore, ma coinvolgerlo e farlo riflettere sulla condizione dell’essere umano. Analizzando la produzione di Kiki Smith e come essa si sia evoluta nel tempo, è facile individuare e comprendere quale sia l’approccio che utilizza nel realizzare le sue opere. Seppur rappresentando alcune tra le più famose icone femminili della tradizione religiosa, mitologica e letteraria, l’artista cerca di “naturalizzare” tali soggetti rendendoli terreni ed umani con le loro sicurezze e fragilità. In collezione Iannaccone numerose sono le opere presenti, da una carta nepalese acquistata in India, a numerose statuine bianche, a sculture in bronzo con animali alla grande scultura “The Guardians”.