Raqib Shaw

Artist's biography

Camminando per le strade un po’ malinconiche della North London, ti ritrovi ad un certo punto ad avvertire qualcosa nell’aria. Profumo di olio di mandorla e di incenso ti conducono nello studio di Raqib Shaw, nato nel 1974 a Calcutta, bellissimo, dai lineamenti delicati come un principe indiano ma al tempo stesso stravagante, proprio come le sue tele. Realizzate su carta e su tavola sono lavorate con grande meticolosità. Ciascun fiore, ciascun scheletro o cervello di donna che esplode è costruito con una linea di contorno che sembra un forziere riempito di colori violentissimi e pietre preziose luccicanti. A differenza dei quadri di Hieronymus Bosch, a cui i suoi lavori sembrano in qualche modo ispirarsi, manca, nei lavori di Shaw, il senso di colpa e di condanna immininente. Gli animali esplorano il piacere. “Le mie opere raffigurano un mondo che esiste nella mia immaginazione, un luogo in cui bellezza, sensualità, sesso ed edonismo partecipano ad un’orgia deliziosa; come in un orgasmo perpetuo, non ci sono limiti, confini o etichette, solo piacere per il puro gusto di esplorare piacere”. La vernice per auto che utilizza asciuga in un minuto, quindi va manipolata molto velocemente e non si può correggere. Insoddisfatto della vita reale, si crea un mondo tutto suo fatto di re, regine, fiori e giardini giapponesi. E quando questo mondo è creato si sofferma a guardare quanto è bello. “I miei lavori sono come me! Non riesco a trattenermi. Voglio fare opere d’arte, nelle quali vorrei vivere”. E quando qualcuno lo definisce artista indiano risponde: “Vi prego, datemi tregua. Non sono mai stato ispirato dai tappeti e da queste cose. Certo, è la mia cultura ma non mi ha ispirato”.