Dana Schutz, nata nel 1976 a Livonia, Michigan, studia alla Cleveland Institute of Art, dove si laurea nel 2000, alla Norwich School of Art and Design e infine, nel 2002, si laurea alla Columbia University. Le opere pittoriche sono caratterizzate da una popolazione di figure surreali che incarnano la condizione umana e le contraddizioni intrinseche del mondo contemporaneo. Attraverso immagini di personaggi che si autodistruggono, esseri umani collocati in ambientazioni post-apocalittiche e scene di solitudine o violenza, l’artista esplora tematiche esistenziali che vanno al di là delle scene rappresentate. Questi scenari, pur sembrando dissonanti, si inseriscono in una ricerca misurata e calcolata dello spazio, creando un contrasto narrativo tra i soggetti e il contesto che abitano. Un esempio è Reclining Nude (2002), esposto in mostra a Palazzo Reale, che rappresenta un uomo di nome Frank, l’ultimo abitante di un’isola deserta e quindi anche l’unico soggetto che è possibile dipingere. Dana Schutz, attraverso una tavolozza dai toni acidi e cangianti, come l’arancione e il rosa violaceo, indaga la dimensione psicologica del soggetto, Frank, che diventa così un espediente narrativo per costruire immagini che sfidano e sovvertono le convenzioni codificate della rappresentazione pittorica.