Juan Muñoz

Artist's biography

Juan Muñoz nato a Madrid nel 1952 muore, a soli 49 anni, nel 2001 a causa di un aneurisma cardiaco che lo colpisce nella sua casa di Ibiza. Spagnolo sì, ma di respiro anglosassone, diviso tra Londra e New York dove ha studiato e dove ha maturato il suo carattere espressivo, prima guardando con predilezione all'architettura, poi scegliendo la strada da artista, ha una intensa produzione considerata peraltro tra le più interessanti nel pamorama contemporaneo. Diventato famoso per le sue sculture sempre in piedi, intagliate nel legno o colate in bronzo o resina, “pupazzetti” che si guardano allo specchio, si abbracciano, affollano angoli di stanza, suonano impassibili strumenti musicali, sono colpite da un senso di costante insabilità e fragilità dell’anima, sempre al confine tra illusione e realtà, che come disse l’artista è “un enigma assoluto che chiamiamo spazio". Personaggi che vivono in funzione dello spazio vuoto di cui hanno una necessità vitale. “Alcune delle migliori sculture figurative sembrano essere consapevoli dell’impossibilità di sembrare vive e consapevoli dei loro limiti. Tra le sculture di maggior successo vi sono quelle che esprimono questi limiti, ovvero il limite di essere semplicemente una scultura o di essere un uomo che cammina per la strada. "Molto più che per un istante potresti confondere l’un con l’altro" dichiara l’artista in una delle sue ultime interviste. In collezione Iannaccone è presente una scultura realizzata dall’artista nel 1999 in resina, curata nei minimi dettagli, e che vien voglia di toccare per la cura con cui vengono realizzate le pieghe della divisa dell’atleta immortalato mentre disputa una partita di Pelota, popolare gioco di origine basca che ha inizio nel tredicesimo secolo. Mentre le regole del gioco permettono l’uso di una mazza di legno o una racchetta, in questo caso l’opera di Munoz si basa sulla forza delle mani e delle braccia che scagliano una palla invisibile cogliendo l’atleta in un momento di immenso sforzo impegnandosi pienamente nell’azione del gioco. Un atleta solo impegnato in uno sport di gruppo, a cui manca il supporto della squadra, un uomo bloccato in un gioco che per lui non prevede nessuna mossa futura.