Barbad Golshiri

Teheran, 1982

Artist's biography

Barbad Golshiri è un artista iraniano nato nel 1982 a Teheran dove ancora oggi vive e lavora. Ha studiato pittura alla scuola d’arte e architettura a Teheran e lavora con diversi media, dal video, alla fotografia, alle installazioni e alla performance. Ispirato da un generale desiderio di cambiamento, che trova nella scritta sullo specchietto retrovisore di Homage to Ahmer Miralaei del 2005, gli oggetti sono più vicini di quanto possa apparire, un grande spunto di riflessione.  Per lui cambiare non vuol dire cancellare il proprio passato ma significa andare contro le nuove regole stabilite dopo la rivoluzione. In occasione del terzo premio alla Sesta Biennale d’arte contemporanea a Teheran nel 2005 realizza un’opera fotografica dal titolo The portrait of the artist as the winner dove, impugnando la coppa come un vero vincitore, srotola della carta igienica in cui compare una scritta in francese: nonostante abbia fatto di tutto per perdere ho vinto. Interessato a come i media possono manipolare, il regime e le masse, attraverso immagini e interviste realizza sempre nel 2005 un altro autoritratto The portrait of the artist as a one Year old dove la sua fotografia viene alterata, capovolta così da raffigurare un bambino con il volto pieno di rughe come un vecchio ad illustrare la precarietà delle situazioni e le conseguenze della violenza. In Persiano la parola “capovolto” è la stessa parola che si usa per dire “fotografia”.  Sul lato destro dell’opera vi è una scritta che recita “Barbad, quando aveva un anno, 62” – 1362 è l'anno nel calendario Persiano mentre per il nostro calendario suggerisce che il bambino avrebbe 62 anni. Del 2009 è l’opera A plasticist composition, una tela completamente bianca, con una scritta in breille “nothing to see”.