Francesco Gennari, nato nel 1973 a Pesaro, intraprende gli studi in Giurisprudenza, ma decide di interromperli a pochi passi dalla laurea, scegliendo di seguire la propria vocazione artistica. Il suo lavoro si sviluppa a partire dalla propria esperienza emotiva, mentale e fisica in relazione al reale, attribuendo significati intimi e simbolici ai materiali utilizzati. Attraverso questa pratica, esplora i limiti dell’esistenza umana e il desiderio di trascenderli. I materiali scelti assumono una forte valenza concettuale, incarnando la presenza del corpo e manifestandosi attraverso dettagli spesso trascurati.
Autoritratti nelle vesti del cosmo, e insetti come coleotteri, lombrichi e lumache compaiono qua e là nei suoi lavori, trattati con rispetto e venerazione come in una delle opere esposte in mostra, dal titolo Avendo sé stessi come unico punto di riferimento, (2004). Tra le altre opere presenti al Palazzo Reale, troviamo degli esempi che decifrano la sua poetica, dove Gennari e il suo autoritratto prendono diverse forme in cui il suo corpo si riflette: Autoritratto come universo (2009); Autoritratto su menta (2009); Autoritratto come Eclissi di Sole (2010); Autoritratto come origine del Cielo diurno (2011); Autoritratto come notte (2013); Autoritratto come tramonto triangolare (2017); Autoritratto come animale (2018).
Tra le opere non in mostra, ma sempre parte della collezione, vi sono Autoritratto con (2006); Autoritratto tra un quadrato e un triangolo (2006); Autoritratto come parte di paesaggio notturno (tra un triangolo e un cerchio) (2009); Il corpo torna alla terra, l'anima torna al cielo (con una macchia d'amarena nel cuore) (2011); Io sono quello che sono diventato (autoritratto su menta) (2019).