Nathalie Djurberg & Hans Berg

Lysenkil - Rättvik, 1978

Artist's biography

Nathalie Djurberg nata a Lysenkil in Svezia nel 1978 oggi vive e lavora a Berlino. E’ un artista che attraverso i suoi film fa divertire, fa riflettere, spaventare e impressionare allo stesso tempo. Racconta storie fantastiche che parlano di temi reali come la violenza, gli abusi sessuali, il voyeurismo, il sadismo o la pedofilia. I suoi personaggi, realizzati in plastilina, animano i video e talvolta prendono posto su plinti per trasformarsi in sculture, come quelle in collezione Iannaccone. I personaggi parlano un inglese sgraziato regalando talvolta frasi e battute esilaranti; sono ricchi di gesti e movimenti goffi contrassegnati da una certa grossolanità e gli abiti un po’ demodè che fanno apparire le situazioni meno difficili da vivere di quanto non lo siano nella realtà. “Rifletto molto sui singoli personaggi, soprattutto se uno di essi ha una personalità forte, ma alla fine sono sempre io a recitare i ruoli dei miei personaggi visto che sono io ad animarli. Ciò significa che sono sia la vittima che il carnefice e devo avere la capacità di sentire entrambi”. La Djurberg inventa la storia, firma la regia, disegna i costumi, costruisce i set con la carta e modella i pupazzi. L’unica eccezione a questo suo lavoro solitario è la figura del suo compagno, Hans Berg, anche lui svedese nato nel 1978 a Rättvik, che compone le colonne sonore. Le sue sofisticate melodie, vanno dallo stile elettronico a quello neobarocco ed aiutano la drammaturgia dei film accrescendone l’intensità. Le storie che i suoi video raccontano, come nel caso di Woods, trasudano crudeltà e cinismo ma anche magia e romanticismo proprio come nelle più classiche delle fiabe. “Le mie opere danno l’impressione di essere sicure e forti perché lavoro in una condizione di intimità, da sola nel mio studio, tentando sempre di tirare fuori i miei pensieri, le mie aspettative; al contempo tenendo sempre ben presente ciò che faccio, ricordandomi che lo farei anche se nessuno guardasse le mie opere. I clichè politici e morali mi interessano molto nella loro connotazione più globale riproposti sullo schermo, ma mi interessa anche vederli minimizzati in me stessa. Affronto situazioni difficili, noiose, scioccanti ribaltandole, cercando di immetterci un lato comico, rendendole quindi meno difficili da vivere, cercando di smorzare il bordo”. Dopo aver esposto in importanti musei e rassegne internazionali (la Biennale di Venezia dove ha vinto il Leone per la migliore giovane artista, la Fondazione Prada, il Moderna Museum di Stoccolma, il New Museum di New York e altre prestigiose istituzioni) lo scorso autunno Nathalie Djurberg è tornata a Milano con un’opera importante nella mostra “La Grande Madre” e una mostra personale presso la galleria Giò Marconi.