Marc Quinn

Artist's biography

Marc Quinn nasce a Londra nel 1964 dove vive e lavora. Nel 1981 diventa l’assistente dello scultore Barry Flanagan dal quale apprende le tecniche di lavorazione del bronzo e di altri materiali utili nella creazione delle sculture. Nel 1982 si iscrive alla facoltà di Cambridge dove si laurea in Storia dell’arte. Ispirato da Rodin, da Canova, da Degas, da Giacometti e dalla pittura fiamminga inizia a capire che la sua strada è quella di rileggere in chiave contemporanea la storia dell’arte. Nel 1988 a Londra incontra il suo primo gallerista a cui tutt’ora è legato: Jay Jopling e tiene la sua prima mostra personale con l’opera Faust. Nel 1991, realizza una scultura che ancora oggi è il simbolo di una nuova generazione di artisti contemporanei. Per cinque mesi preleva cinque litri del suo sangue per creare Self, un calco della sua testa realizzato in sangue congelato conservato in una tela di perspex refigerata. “Volevo fare un lavoro che trattasse della vita e della sua fragilità, volevo che forma e contenuto fossero me.”. Da questo momento critici, curatori, direttori di musei vedono Marc Quinn come uno degli scultori più importanti nel mondo contemporaneo capace di unire tradizione a contemporaneità. In collezione Iannaccone vi sono due sculture. Kiss del 2001, realizzata in marmo di Carrara del peso di 600 kg circa “non c’è niente di più cliché che un Bacio e niente di più banale che una scultura in marmo? E portare questi due insiemi è una vera sfida. Un cliché perchè è un tema molto forte, come madre e figlio o un bacio. E’ come un bellissimo edificio lasciato abbandonato e se lo si restaura, si può creare un qualcosa di fantastico. Ogni generazione deve reinventare il cliché perchè c’è soltanto un certo numero di temi nel mondo e quindi bisogna ricrearli nel proprio mondo “. Sphinx – Victory del 2006, una scultura in bronzo dipinto che rappresenta il volto della ormai famosa modella Kate Moss e il corpo di una contorsionista di cui l’artista racconta “Ho cominciato ad esplorare l’idea corrente di bellezza e solo dopo ho scelto Kate come l’Afrodite della nostra epoca…Kate è un’immagine molto contemporanea e allo stesso tempo archetipa, con echi classici. E’ una “Nascita di Venere”, ma una Venere che sembra quasi dare alla luce se tessa, e anche una donna aggrovigliata su di sé, avviluppata, legata. E’ una scultura su due livelli: in senso puramente fisico, ma anche qualche raffigurazione di una persona la cui immagine viene scolpita dal desiderio collettivo: è quindi come una scultura, ma incorporea”.