Paulina Olowska

Artist's biography

Paulina Olowska è nata nel 1976 a Gdansk in Polonia. Dopo il diploma all'Accademia di Belle Arti di Gdansk nel 1995, si perfeziona all'Istituto d'Arte di Chicago, alla Royal Academy de L'Aja, al Centro di Arte Visiva e Comunicazione di Lisbona e al Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam e oggi vive e lavora tra Berlino e Varsavia. Pittrice, performer, fotografa e regista ha la sua prima personale alla Galleria Sebra di Gdansk nel 2000, cui segue una vivace attività espositiva in Polonia, Germania, Belgio, Portogallo, Estonia e Stati Uniti. La sua ricerca formale, iniziata con la pittura, parte dal Modernismo e dal Costruttivismo russo, per mettere a punto un linguaggio globale in cui ci sia continuità tra passato e futuro e comprensione tra vecchio e nuovo. Nella sua ricerca infatti, aspetti legati all’industria, al tempo libero e al simbolismo socialista vengono presi in considerazione e tratti dallo spazio visuale e culturale dell’est europeo. Le sue opere si focalizzano su figure dimenticate, storie minori, citando l’estetica popolare attraverso fotografie di moda, manifesti di propaganda politica, copertine di dischi, graffiti, periodici e insegne pubblicitarie. Dal 2010 i suoi lavoro pongono l’accento su giovani donne che indossano maglioni colorati, posando quasi come fossero modelle per una rivista di moda. Queste immagini, che richiamavano il consumismo occidentale prettamente americano, erano praticamente introvabili come erano introvabili simili indumenti nei negozi. I maglioni, di matrice occidentale, venivano riprodotti e rielaborati dalle donne polacche, in gran segreto, a casa propria. Questo tipo di rielaborazione e ricreazione di stili occidentali era stato già definito nel 1954 dallo scrittore polacco Leopold Tyrmand coniando il termine “Applied Fantastic” da cui prende il nome la serie da cui sono tratte le opere del 2010 presenti nella raccolta Iannaccone, Chess Player 1 e Crochet Coat. I dipinti vivono, e le modelle raffigurate riescono ad esaltare, a distruggere e trasformare ciò che indossano. Grazie al loro portamento e alla loro bellezza, un banale oggetto come un maglione di lana si trasforma in qualcosa di meraviglioso e sensuale. Nessun fotoritocco. L’immagine della donna pura e semplice.