Loris Cecchini

Milano, 1969

Artist's biography

Loris Cecchini nasce a Milano nel 1969; attualmente vive e lavora tra Prato e Pechino. La sua formazione artistica avviene negli anni ottanta, quando la cultura di massa, la mercificazione e gli oggetti di consumo sono già entrati a fare parte della vita di ognuno. È un periodo nel quale si assiste allo sviluppo incondizionato delle nuove tecnologie che iniziano ad essere utilizzate nell'ambito artistico. Loris Cecchini è interessato a tutti i nuovi media: si avvicina all'uso del computer e dei più programmi di progettazione 3D, si sente attratto dalla realtà virtuale e dai materiali innovativi messi a punto dalla chimica dei materiali. Alla fine degli anni novanta sospende l'uso massiccio della fotografia digitale e si avvicina ad un'attività più manuale: la scultura in gomma. E’ così che tra il 1998 e 2007 si dedica alla replica di oggetti del quotidiano utilizzando per le sue sculture materiali come gomma uretanica, resine, silicone e cellulosa. La serie denominata Stage Evidence, da cui è tratta anche l’opera in Collezione Iannaccone, è un vero catalogo di oggetti quotidiani: una bicicletta, le sedie del cinema, un violino, un pianoforte, un cestino della spazzatura, un termosifone o un intero ufficio per citarne alcuni. Cecchini si occupa personalmente della minuziosa realizzazione dei calchi, interviene attivamente nel lavoro dirigendo l'operato di qualche collaboratore. Le “non-sculture”, come ama chiamarle l'artista, sono molli e rese in un asettico monocromo grigio, un non-colore molto legato all'idea di tecnico e di artificiale. Lo scopo dell'artista è far riflettere, gli oggetti in gomma sono grotteschi, possono sembrare divertenti di primo acchito, ma poi suscitano solo un riso amaro. Le sue gomme uretaniche non sono dotate di un'armatura interna di ferro, subiscono quindi un graduale collasso e ripiegamento su sé stesse, vengono proposte come qualcosa di mai definitivo ma in corso. Il bidone della spazzatura, come gli altri oggetti della serie Stage Evidence, è soggetto alla destrutturazione e deformazione rispetto al suo originale. È un oggetto che ha perso ogni funzione nel mondo reale e che, grazie all'intervento dell'artista, può essere visto con uno sguardo “altro” e non percepito secondo la sua funzione. La scelta del soggetto non è casuale, allude alla società dei consumi che tutto spreca e niente ricicla.